In questo servizio vi proponiamo un viaggio fotografico nel passato anzi per meglio dire nel trapassato visto che le pitture rupestri di cui ci occuperemo appartengono agli albori della civiltà. Picasso disse una volta che dopo quello che aveva visto nelle famose grotte di Altamira tutto ciò che ne era seguito era decadenza. Come dare torto al grande pittore considerata la eccezionale immediatezza che accomuna le pitture rupestri preistoriche di tutto il mondo?
Cominciamo con la grotta di Magura nel nord ovest della Bulgaria è una delle più grandi del paese. All’interno sono visibili pitture risalenti a 4000-8000 anni fa, realizzate con guano di pipistrello un “pigmento” di cui c’era grande abbondanza all’interno delle grotte .Le cose raffigurate erano essenzialmente scene di caccia o di danza oltre a una grande varietà di animali.
La Cueva de las Manos; il nome dice tutto, letteralmente “la caverna delle mani” è stata scoperta in una landa desolata della Patagonia, la regione desertica e freddissima del sud dell’Argentina. Le mani raffigurate sono un bellissimo esempio di composizione modulare dove il modulo è rappresentato dalla mano dell’uomo preistorico che l’ha eseguita in numerose sequenze. Si pensa che siano state realizzate a “stencil” spruzzando pigmento colorato sulla mano che una volta sollevata lasciava l’impronta che vedete. Molto probabilmente il colore veniva spruzzato con la bocca. Questi sono disegni databili tra i 9500 e i 13000 anni fa.
Bhimbetka: situata nell’India centrale, Bhimbetka è una zona archeologica dove è possibile vedere circa 600 siti rocciosi riparati dalle piogge, decorati con pitture rupestri preistoriche realizzate principalmente in rosso e bianco con l’uso occasionale di verde e giallo raffiguranti semplici scene di vita quotidiana. Malgrado la semplicità dei tratti sono riconoscibili chiaramente diverse tipologie animali come bisonti, tigri, leoni e coccodrilli. Le pitture più antiche sono risalenti a 12.000 anni fa.
Serra da Capivara; il parco nazionale Serra da Capivara nel Brasile nord-orientale è sede di numerosi anfratti rocciosi decorati con pitture rupestri. Le pitture raffigurano scene di rituali e animali tipici della zona (come i capivara) ma anche alberi e altri animali. Alcuni archeologi sono propensi ad attribuire la datazione delle pitture più antiche a circa 25000 anni fa anche se questo metterebbe in discussione la datazione che ufficialmente viene attribuita per i primi insediamenti umani nelle Americhe.
Invece Laas Gaal è un complesso di grotte e ripari di roccia in Somalia nordoccidentale che conservano i più antichi esempi di arte primitiva di tutto il continente africano stimati tra 5.000 e 11.000 anni fa. In queste pitture troviamo spesso mucche addobbate per cerimonie religiose accompagnate da esseri umani,ma si possono distinguere anche cani e perfino una giraffa. Le pitture rupestri sono ottimamente conservate grazie al clima caldo e asciutto che ha permesso la conservazione oltre che dei tratti, anche del pigmento.
Tadrart Acacus; si tratta di un’area montuosa del Sahara, che si trova nel Fezzan, nella parte sud-ovest della Libia,appartenente al massiccio del Tadrart (Tadrart significa ‘montagna’ nel linguaggio dei nativi dell’area). La zona è notissima agli archeologi per le pitture rupestri databili dal 12000 ac fino al 100 dc.Oltre alla bellezza dei disegni è interessante anche la “documentazione” che ci è giunta fino a noi sulla fauna e flora dell’epoca, piena di laghi, foreste, elefanti, struzzi insomma completamente diversa da quella desertica di oggi.
Chauvet: all’interno di questa grotta situata nel sud della Francia sono stati rinvenuti quelli che possono essere considerati come i più antichi graffiti dell’uomo mai scoperti. La datazione di queste pitture effettuata con il metodo del Carbonio 14 ha fermato le lancette del tempo alla strabiliante età di circa 32.000 anni. Scoperti nel 1994 da Jean-Marie Chauvet e il suo team di speleologi, questi dipinti contengono immagini di animali come stambecchi, mammut, cavalli, leoni, orsi, rinoceronti e leoni. Impressionante nel “pannello dei cavalli” è l’utilizzo delle prime forme di prospettiva.
Kakadu: situato nel territorio del nord dell’Australia, il parco nazionale di Kakadu contiene una delle più grandi concentrazioni di siti di arte aborigena australiana. Nell’area sono stati rinvenuti circa 5000 siti di pitture rupestri. Molte di queste raffigurazioni risalgono ad epoche recenti (circa 1500 anni fa) ma ve ne sono alcune vecchie di 20.000 anni. Nel sito di Ubirr è possibile osservare un tipo di raffigurazione che potremmo definire “arte a raggi x” perché oltre alle sagome delle figure, gli aborigeni hanno rappresentato, come potete osservare nella immagine, anche dei dettagli anatomici interni , non visibili quindi , come ad esempio la colonna vertebrale o le ossa delle gambe.
Grotta di Altamira: Scoperta alla fine dell’800, la grotta di Altamira nella Spagna settentrionale, è stata la prima grotta di dipinti preistorici scoperti in epoca moderna. I dipinti erano talmente ben conservati che il suo scopritore Marcelino Sanz de Sautuola venne accusato di aver riprodotto artificiosamente le figure e di essere quindi un falsario. Solo nel 1902, i dipinti sono stati riconosciuti come autentici. Immagini di cavalli, bisonti e le impronte della grotta di Altamira sono stati realizzati con carbone ocra e rosso. Scalfitture nella roccia dovute probabilmente a colpi di lancia, fanno ritenere che le figure degli animali potessero essere utilizzate anche in funzione propiziatoria per il buon esito della caccia.
Lascaux: soprannominata “la Cappella Sistina preistorica”, le grotte di Lascaux sono che un complesso nella Francia sud-occidentale di grotte decorate con alcune tra le pitture rupestri più imponente e famose del mondo. I dipinti di Lascaux sono stimati a 17.000 anni fa. La collocazione dei dipinti è molto addentrata nelle grotte e questo lascia supporre che gli uomini che li hanno eseguiti abbiano lavorato alla luce del fuoco. La pittura della caverna più famosa è la grande sala dei tori dove sono raffigurati tori, cavalli e cervi. Uno dei tori è di circa 5 metri il più grande animale scoperto finora in qualsiasi grotta di pitture primitive. Per timore che la grande affluenza del pubblico potesse danneggiare irreparabilmente queste raffigurazioni il governo francese ha vietato l’accesso al pubblico offrendo però nella medesima zona la possibilità di osservare delle copie.
Fabio D’Andrea