“Un omicidio che giunse proprio quando Robert Kennedy stava trovando la sua vera voce come leader di un vasto e disaffezionato pubblico americano”
Nelle prime ore del 5 giugno 1968, Robert Francis Kennedy (Brookline, 20 novembre 1925 – Los Angeles, 6 giugno 1968)
tenne un discorso a un pubblico entusiasta all’Ambassador Hotel di Los Angeles, poco dopo la conferma della sua vittoria alle primarie in California. Si diresse poi verso la cucina dell’hotel per parlare con la stampa, quando fu colpito da diversi proiettili a distanza ravvicinata. Sebbene sia sopravvissuto per molte ore dopo la sparatoria, purtroppo è deceduto il giorno successivo, il 6 giugno. Il cameriere Juan Romero, che stava stringendo la mano a Bobby quando gli hanno sparato, ha ricordato in un’intervista i momenti successivi alla sparatoria:
“Mi sono inginocchiato vicino a lui e ho visto le sue labbra muoversi, così ho avvicinato l’orecchio alle sue labbra e l’ho sentito dire: ”State tutti bene?”. Ho risposto: ‘Sì, stanno tutti bene’. Ho messo la mia mano tra il cemento freddo e la sua testa per metterlo a suo agio. Sentivo un flusso costante di sangue che mi passava tra le dita”, ha raccontato Romero. “Ricordo che avevo un rosario nel taschino della camicia e l’ho tirato fuori, pensando che ne avrebbe avuto bisogno molto più di me. Prima di portarlo via ho avvolto il rosario intorno alla sua mano destra”.
L’altruismo di Bobby in quel momento mi colpì profondamente. Il fatto che pensasse solo agli altri in un momento dimostrava il suo essere così premuroso e compassionevole.